di Roberto Susino

Alcuni giorni fa sono stati pubblicati i primi risultati scientifici ottenuti dalle osservazioni della missione ESA Solar Orbiter durante la sua fase di crociera, su più di cinquanta articoli che compongono un numero speciale di Astronomy & Astrophysics.

La fase di crociera di Solar Orbiter è iniziata il 15 giugno 2020 ed è durata fino al 27 novembre 2021. Durante questo periodo, la sonda ha acquisito dati scientifici con i suoi strumenti in situ, progettati per misurare le caratteristiche dell’ambiente che circonda la sonda. Ha inoltre usato gli strumenti remote-sensing per osservare il Sole al fine di caratterizzare e calibrare quegli strumenti. L’ottima qualità dei dati ottenuti ha tuttavia consentito di intraprendere i primi studi scientifici già prima della fase principale della missione, iniziata a fine novembre 2021.

Tra gli articoli dello speciale, tre vedono protagonisti i risultati ottenuti dal coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (ASI) in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo.

Due di questi lavori sfruttano le capacità di questo strumento di osservare nell’ultravioletto, una novità rispetto alle misure standard dei coronografi esistenti. L’articolo sulla “prima luce” dello strumento, ovvero sulle sue primissime immagini, fornisce un primo esempio di quello che le nuove osservazioni ottenute con Metis saranno in grado di offrire. L’uso di osservazioni simultanee nella banda visibile e nell’ultravioletto permetteranno infatti di stimare direttamente la velocità di espansione del vento solare nelle regioni in cui esso viene accelerato.

Un altro articolo descrive la prima eruzione coronale di massa (Coronal Mass Ejection, o CME, nel gergo dei fisici solari) osservata da Metis, mostrandone per la prima volta le immagini ottenute nell’ultravioletto dalla radiazione emessa dall’idrogeno neutro nel plasma convolto dell’eruzione e studiandone l’evoluzione col tempo.

In un terzo articolo del numero speciale di Astronomy & Astrophysics i ricercatori hanno dimostrato come l’analisi delle tracce dei raggi cosmici nelle immagini dello strumento possono essere usate per monitorare nel tempo l’andamento di questo flusso di particelle.

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Prima mappa della velocità del vento solare ottenuta dalla “prima luce” di Metis

Prima mappa della velocità del vento solare ottenuta dalla “prima luce” di Metis. La mappa mostra la prima derivazione della velocità di espansione della componente dell’idrogeno neutro nel vento so-lare in regioni equatoriali molto distanti dal Sole. [Crediti: Romoli et al. 2021]