Autore: Alberto Cellino (INAF-OATo) et al.

La missione spaziale Gaia sta ottenendo misure sparse di luminosita’ per migliaia di asteroidi. Alla fine della missione si avranno in media per ogni oggetto circa 70 misurazioni fotometriche, ottenute ad epoche diverse. Questi dati saranno sfruttati per ricavare per ogni oggetto informazioni sul periodo di rotazione, la direzione del polo, le proprieta’ di diffusione della luce solare incidente, e la forma complessiva.
L’inversione fotometrica viene eseguita mediante un programma “genetico”, che individua l’insieme di parametri fisici dell’oggetto che meglio riproducono le luminosita’ osservate a diverse epoche. Per quanto riguarda le forme, si utilizzano per semplicita’ due modelli possibili: (1) ellissoidi triassiali regolari; (2) cosiddetti “cellinoidi”, formati dall’unione di otto ottanti di ellissoidi triassiali diversi, appaiati in modo da condividere i semiassi nelle zone di adiacenza (vedi figura). Il nome “cellinoide” e’ dovuto al fatto che il primo articolo scientifico pubblicato in cui questa forma era stata adottata per lo studio degli asteroidi, era firmato da A. Cellino dell’Osservatorio di Torino, e collaboratori, nel 1990.
Il programma numerico di inversione dei dati fotometrici per un campione di asteroidi osservati dalla missione Gaia sull’arco di circa due anni, ancora troppo limitato per gli scopi di un’inversione definitiva, e pubblicati nel secondo catalogo parziale di dati Gaia, ha fornito risultati molto incoraggianti, dimostrando che l’inversione gia’ a questo stadio e’ in grado di determinare correttamente il periodo di rotazione della maggior parte degli oggetti considerati, e per i quali questo parametro e’ noto sulla base di decenni di osservazioni da Terra.

La figura illustra un esempio di “cellinoide”, consistente nella combinazione di otto ottanti di ellissoidi triassiali. In questo caso, i semiassi corrispondenti sono uguali ad 1.0 e 0.5 sull’asse piu’ lungo, 0.7 e 0.4 per l’asse intermedio, 0.4 e 0.2 sull’asse piu’ corto. In questa visulalizzazione, l’oggetto e’ ruotato di 45 gradi intorno all’asse piu’ corto, e di 45 gradi intorno all’asse intermedio. La forma risultante e’ visualizzata come un poliedro, le cui faccette si estendono ognuna su 10 gradi in longitudine e 5 gradi in latitudine. Crediti: Cellino A. Hestroffer D., Lu X.-P., Muinonen K., Tanga P.: Astronomy & Astrophysics 631, A67, 2019

 

Potete leggere l’articolo “Inversion of HIPPARCOS and Gaia photometric data for asteroids. Asteroid rotational properties from sparse photometric data” qui:
https://ui.adsabs.harvard.edu/abs/2019A%26A…631A..67C/abstract