Rappresentazione artistica del sistema planetario attorno a Proxima Centauri. Crediti: Lorenzo Santinelli
Nuove osservazioni di Proxima Centauri, la stella più vicina al Sistema solare ad una distanza di 4,2 anni luce, hanno permesso di rivelare la presenza di un possibile pianeta di piccola massa in orbita a una distanza 1.5 volte maggiore di quella che separa la Terra dal Sole.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, è stata realizzata da un team internazionale di ricercatori guidati da Mario Damasso, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Torino, e Fabio Del Sordo, dell’Università di Creta e dell’Istituto di Astrofisica del FORTH. Rispetto ad altri candidati scoperti attorno a stelle più lontane, Proxima c -come è stato battezzato- è un pianeta ideale per essere osservato con tecniche complementari che potranno confermarne l’esistenza nell’immediato futuro.
Il team che ha collaborato alla ricerca include anche i ricercatori dell’INAF di Torino Paolo Giacobbe, Alessandro Sozzetti e Domenico Barbato, ora post-doc presso l’osservatorio di Ginevra. Lo studio riporta la rivelazione di un segnale con periodo di 5.2 anni compatibile con l’esistenza di un secondo pianeta con massa minima circa 6 volte la massa della Terra. La presenza del segnale periodico appare convincente, e i dati a disposizione non sembrano indicare una chiara causa fisica alternativa alla presenza di un pianeta, anche se ancora non si possono completamente escludere altre spiegazioni.
Il segnale trovato è al limite delle capacità strumentali, ma nello studio si dimostra che i dati astrometrici presi dal satellite Gaia avranno un ruolo determinante per confermare l’esistenza del pianeta.
Lo studio è stato pubblicato sul sito web della rivista Science Advances nell’articolo A low-mass planet candidate orbiting Proxima Centauri at a distance of 1.5 au di Mario Damasso, Fabio Del Sordo, Guillem Anglada-Escudé, Paolo Giacobbe, Alessandro Sozzetti, Alessandro Morbidelli, Grzegor Pojmanski, Domenico Barbato, R. Paul Butler, Hugh R. A. Jones, Franz-Josef Hambsch, James S. Jenkins, Maria José Lopez-Gonzalez, Nicolas Morales, Pablo A. Pena Rojas, Cristina Rodriguez-Lopez, Eloy Rodriguez, Pedro Amado, Guillem Anglada, Fabo Feng, Jose F. Gomez
L’articolo è accessibile al link https://advances.sciencemag.org/content/6/3/eaax7467