Rappresentazione artistica di Solar Orbiter

Immagine artistica di Solar Orbiter and Parker Solar Probe

Crediti: ESA.

di Daniele Telloni

Lo strato più esterno dell’atmosfera del Sole è chiamato corona. È costituito da un gas elettricamente carico noto come plasma e ha una temperatura di circa un milione di gradi Celsius. È cioè 150 volte più caldo della superficie del Sole. Questo rappresenta uno dei misteri più annosi della fisica solare. Al centro delle recenti missioni solari Parker Solar Probe e Solar Orbiter, lanciate rispettivamente nel 2018 e nel 2020, c’è la comprensione dei meccanismi che riscaldano il plasma coronale a temperature così elevate. Nonostante le loro recenti scoperte stiano rivoluzionando la nostra comprensione del Sole e del suo ambiente, è quando operano in sinergia che si possono ottenere le scoperte più importanti. Il 1° giugno 2022, Parker Solar Probe e Solar Orbiter si sono trovati in una configurazione orbitale molto particolare che ha permesso di misurare per la prima volta contemporaneamente la configurazione su larga scala della corona e le sue proprietà microfisiche/cinetiche, consentendo in ultima analisi la prima stima empirica del tasso di deposizione di energia da parte della turbolenza nella corona. Metis è il coronografo italiano a bordo di Solar Orbiter (http://metis.oato.inaf.it/) che ha fornito osservazioni critiche per questa indagine. Ciò che è emerso dallo studio, guidato da Daniele Telloni di INAF-OATo, che ha coinvolto i team di Metis/Solar Orbiter e Parker Solar Probe e pubblicato su The Astrophysical Journal Letters (https://iopscience.iop.org/article/10.3847/2041-8213/ace112), è che i meccanismi associati alla turbolenza del plasma sono i candidati più probabili per svelare il problema del riscaldamento coronale. Infatti, forniscono energia sufficiente a spiegare le proprietà termodinamiche della corona. La pubblicazione dell’articolo è stata accompagnata da un comunicato stampa congiunto ESA/ASI/INAF.