Mario Damasso INAF-OATo

Mario Damasso INAF-OATo

La scoperta di pianeti in orbita attorno a stelle di recente formazione, con età che vanno da pochi a qualche centinaio di milioni di anni, è un aspetto molto interessante e complesso dell’attuale ricerca di pianeti extrasolari. Il progetto italiano a lungo termine GAPS (Global Architecture of Planetary Systems), che fa uso di osservazioni raccolte dallo spettrografo HARPS-N presso il telescopio TNG sull’isola di La Palma alle Canarie, dedica una parte del suo programma scientifico proprio alla ricerca e caratterizzazione di pianeti attorno a stelle giovani utilizzando il metodo delle velocità radiali. Rivelare pianeti “in fasce” ha importanti implicazioni per quanto riguarda la definizione dei tempi scala su cui agiscono i processi di formazione ed evoluzione dei sistemi planetari ma, facendo un parallelo non troppo azzardato con gli esseri viventi, le stelle giovani possono essere assai “esuberanti”. La loro “vivacità” si manifesta attraverso alti livelli di attività magnetica che produce segnali nelle velocità radiali di ampiezza fino a diverse centinaia di m/s, che possono facilmente mascherare la presenza di segnali assai meno intensi di origine planetaria. Questo può accadere anche quando il pianeta sia un gigante gassoso che si trova ad orbitare vicino alla sua stella (un così detto hot-Jupiter), situazione in cui si hanno segnali nelle velocità radiali facilmente misurabili con i moderni spettrografi…sulla carta! Un caso esemplare è quello della stella V830 Tau, formatasi appena 2 milioni di anni fa, attorno alla quale fu scoperto un hot-Jupiter nel 2015. Questa stella, la cui attività magnetica produce variazioni nelle velocità radiali che arrivano fino al km/s, è stato il primo target giovane scelto dal progetto GAPS con lo scopo di confermare con misure indipendenti la presenza del pianeta (il cui periodo orbitale sarebbe di ~5 giorni) e possibilmente migliorare la misura della sua massa minima.

Dopo 2 anni e mezzo di osservazioni con HARPS-N, un articolo a marchio GAPS, accettato per la pubblicazione da Astronomy & Astrophysics, getta seri dubbi sull’esistenza di V830 Tau b. Infatti, secondo le dettagliate analisi presentate nello studio, guidato da Mario Damasso (INAF-OATo), non è stato possibile confermare la presenza del segnale planetario nelle velocità radiali raccolte al TNG. Questo risultato ha implicazioni per quanto riguarda la misura della frequenza con cui i pianeti si formano nelle prime fasi di formazione stellare e dei tempi scala della loro evoulzione dinamica.