A caccia di buchi neri supermassicci con Rubin-LSST

Il poster del congresso “Catching supermassive black holes with Rubin-LSST: Towards novel insights and discoveries into AGN science” svoltosi presso il Planetario di Torino dal 22 al 25 luglio. La foto della Basilica di Superga con Monviso e Luna, già pubblicata come APOD il 25 dicembre 2023, è stata gentilmente concessa dall’autore, Valerio Minato.

QUANDO: 22-25 Luglio 2024

DOVE: presso il Planetario di Torino

Dal 22 al 25 luglio 2024 si è svolto presso il Planetario di Torino il congresso annuale della collaborazione scientifica internazionale che si occupa di Nuclei Galattici Attivi (AGN) nell’ambito del progetto “Legacy Survey of Space and Time” (LSST), la survey di tutto il cielo australe che verrà eseguita dall’Osservatorio intitolato all’astronoma statunitense Vera C. Rubin.

Gli AGN sono il cuore di alcune galassie da cui emana una tale quantità di energia da essere spiegabile solo ipotizzando che provenga dall’accrescimento di materia su un buco nero supermassiccio, con massa cioè pari ad almeno un milione di volte quella del Sole, ma che può arrivare anche a decine di miliardi di volte il Sole. L’inizio della survey LSST è previsto per l’anno prossimo e la sua durata di dieci anni, durante i quali ogni porzione di cielo verrà osservata ogni tre giorni, promette di rivoluzionare la nostra conoscenza del cosmo.

Il congresso di Torino, dal titolo “Catching supermassive black holes with Rubin-LSST: Towards novel insights and discoveries into AGN science” è stato organizzato da Claudia M. Raiteri e Maria Isabel Carnerero dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino e da Massimo Brescia dell’Università Federico II di Napoli e ha riunito una cinquantina di scienziati provenienti da tutto il mondo. Lo scopo principale era quello di discutere e pianificare in modo collaborativo gli studi che sarà possibile condurre quando la survey partirà. Si è parlato di come identificare AGN, in particolare con metodi di machine learning. Una sessione è stata dedicata agli AGN in sistemi binari, predetti dalle teorie di formazione ed evoluzione delle galassie. Molti interventi hanno avuto per oggetto l’analisi della variabilità dell’emissione degli AGN, che in genere presenta un andamento stocastico. Si è anche parlato di AGN che cambiano aspetto spettrale e di tecniche di “reverberation mapping”, che permettono di misurare l’estensione spaziale del disco di accrescimento che circonda il buco nero centrale e quella della broad line region, la zona nucleare che produce le righe larghe che osserviamo negli spettri. Una sessione ha avuto come oggetto i blazars, una classe di AGN dotati di un getto di plasma che punta nella nostra direzione, amplificando la loro luminosità e la loro variabilità per effetto relativistico. Si è anche discusso di come sia possibile determinare il “redshift fotometrico”, cioè la distanza degli AGN osservati, con i dati di Rubin-LSST. Infine, sono state presentate le possibili sinergie con altri strumenti di indagine astronomica, come l’eredità del satellite Gaia nella banda ottica, o le osservazioni del satellite eROSITA nei raggi X, oppure con quelle dei nuovi rivelatori alle altissime energie come CTA.