Prime immagini dalla missione Solar Orbiter dell’ESA

Le prime immagini ottenute dal nuovo veicolo spaziale dell’ESA per l’osservazione del Sole, Solar Orbiter, saranno svelate al pubblico il 16 luglio 2020.

I rappresentanti della stampa sono invitati a seguire l’incontro stampa on line, che avrà luogo alle 14:00 (13:00 BST), e parlare con gli scienziati di missione.

Lanciato il 10 febbraio, Solar Orbiter ha completato a metà giugno la fase di messa in servizio e ha eseguito il suo primo avvicinamento al Sole. Poco dopo, i team scientifici europeo e statunitense che sono dietro ai 10 strumenti della missione sono stati in grado di testare l’intero insieme di strumenti unanimamente per la prima volta.

– Meglio del previsto

Nonostante le battute d’arresto che i gruppi di lavoro hanno affrontato durante la fase di messa in servizio del veicolo spaziale e dei suoi strumenti nel mezzo della pandemia di COVID-19, la prima campagna immagini è stata un grande successo.

“Le prime immagini superano le nostre aspettative”, commenta Daniel Müller, Scienziato di Progetto di Solar Orbiter all’ESA. “Possiamo già vedere segnali di fenomeni molto interessanti che non siamo stati in grado di osservare in dettaglio prima. I 10 strumenti a bordo di Solar Orbiter funzionano magnificamente, e insieme forniscono una veduta olistica del Sole e del vento solare. Ciò ci rende fiduciosi che Solar Orbiter ci aiuterà a rispondere alle profonde questioni aperte sul Sole”.

– – Non siamo mai arrivati più vicini con una telecamera

Nessuna altra immagine del Sole è stata ripresa da una distanza così vicina. Durante il suo primo perielio, il punto in cui l’orbita ellittica della navetta spaziale è più vicino al Sole, Solar Orbiter si è avvicinato fino a 77 milioni di chilometri dalla superficie della stella, circa la metà della distanza tra il Sole e la Terra. La navicella alla fine si avvicinerà anche di più al Sole. La navetta è ora nella sua fase di crociera, e aggiusta gradualmente la sua orbita intorno al Sole. Una volta entrata nella fase scientifica, che comincerà a fine 2021, il veicolo spaziale si avvicinerà a ben 42 milioni di chilometri dalla superficie del Sole, più vicino del pianeta Mercurio. Gli operatori del veicolo spaziale inclineranno gradualmente l’orbita di Solar Orbiter per permettere alla sonda di ottenere la prima veduta corretta dei poli del Sole.

-Una missione internazionale

Solar Orbiter è una missione spaziale frutto di una collaborazione internazionale tra ESA e NASA. Dodici Stati Membri dell’ESA (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera) come pure la NASA hanno contribuito al carico utile scientifico. Danimarca, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo hanno contribuito alla costruzione del veicolo spaziale ma non alla costruzione del carico utile scientifico.
L’Italia ha contribuito allo sviluppo di tre dei dieci strumenti scientifici a bordo di Solar Orbiter. L’Università di Firenze e l’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, hanno guidato il team dietro al cronografo Metis, che misura le emissioni visibile e all’ultravioletto della corona solare con una copertura temporale ed una risoluzione spaziale senza precedenti. L’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (INAF-IAPS) svolge un ruolo chiave nello strumento analizzatore del vento solare, SWA, avendo fornito la sua unità di elaborazione dati. L’Università di Genova ha partecipato allo sviluppo dello Spettrometro a raggi X / Telescopio STIX. Le aziende italiane Leonardo, TAS e OHB sono inoltre state coinvolte per la fornitura di componenti del veicolo spaziale.

Contatto Ufficio stampa dell’Agenzia Spaziale Italiana: stampa@asi.it

La Svizzera è coinvolta con tre strumenti a bordo di Solar Orbiter: lo Spettrometro a raggi X / Telescopio STIX, con il Ricercatore Principale Säm Krucher dell’Istituto per Dati Scientifici FHNW, e con gli strumenti EUI (Extreme Ultraviolet Imager) e lo spettrometro per immagini all’ultravioletto SPICE, con Louise Harra, Direttore del World Radiation Center di Davos PMOD/WRD come co-Ricercatore Principale di EUI e co-Ricercatore di SPICE. Le società svizzere RUAG e Almatech sono inoltre coinvolte per la fornitura di componenti del veicolo spaziale.

Contatto per la stampa svizzera:

FHNW sandro.nydegger@fhnw.ch
PMOD/WRC sara.niedermann@dinatum.ch

Programma dell’evento

Il pubblico può seguire l’incontro stampa online collegandosi alla paginahttps://www.esa.int/esawebtv giovedì 16 luglio alle 14:00 (13:00 BST).

Tra i relatori ci saranno:

Daniel Müller – Solar Orbiter Project Scientist presso l’ESA

Holly R. Gilbert – Solar Orbiter Project Scientist presso la NASA

David Berghmans – Royal Observatory of Belgium, Principal Investigator dello strumento EUI (Extreme Ultraviolet Imager)

Sami Solanki – Direttore dell’Istituto Max Planck per la Ricerca sul Sistema Solare, Principal Investigator dello strumento PHI (Polarimetric and Helioseismic Imager)

Christopher J. Owen – Mullard Space Science Laboratory, University College London, Principal Investigator dello strumento SWA (Solar Wind Analyser)

Jose-Luis Pellon-Bailon – Vice Direttore delle Operazioni di Solar Orbiter

I rappresentanti della stampa con credenziali valide devono registrarsi al link: https://www.esa.int/Contact/mediaregistration entro le ore 12:00 di mercoledì 15 luglio.

Le domande ai relatori possono essere inviate a: media@esa.int.

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L’Agenzia Spaziale Europea

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è la porta d’accesso allo spazio per l’Europa.

L’ESA è una organizzazione intergovernativa, creata nel 1975 con la missione di delineare lo sviluppo delle capacità spaziali europee e di garantire che gli investimenti nello Spazio portino benefici ai cittadini in Europa e nel mondo.

L’ESA ha 22 Stati Membri: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. La Slovenia è Membro Associato.

L’ESA ha stabilito una cooperazione formale con sette Stati Membri dell’UE. Il Canada partecipa ad alcuni programmi ESA in base ad un Accordo di Cooperazione.

Coordinando le risorse finanziarie ed intellettuali dei propri Stati Membri, l’ESA può intraprendere programmi ed attività che vanno oltre l’interesse di una singola nazione europea. Lavora in particolare con l’Unione Europea all’implementazione dei programmi Galileo e Copernicus, come anche con Eumetsat per lo sviluppo delle missioni meteorologiche.

ESA sviluppa i lanciatori, i veicoli spaziali e le infrastrutture a terra necessarie per tenere l’Europa in prima linea nelle attività spaziali globali.

Oggi, sviluppa e lancia satelliti di Osservazione della Terra, navigazione, telecomunicazioni ed astronomia, invia sonde nelle zone più remote del sistema solare e coopera all’esplorazione umana dello spazio. L’ESA ha anche un forte programma di applicazioni che sviluppa servizi di Osservazione della Terra, navigazione e telecomunicazioni.

Per saperne di più sull’ESA, contattare: www.esa.int

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