Rappresentazione artistica di un sistema esoplanetario con la stella madre caratterizzata da un’elevata attività magnetica
Credit: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Mario Damasso

Autore: Mario Damasso Assegnista presso INAF-OATo

L’ostacolo principale che limita la possibilità di rivelare pianeti rocciosi con il metodo spettroscopico delle velocità radiali è rappresentato dall’attività stellare. Fenomeni legati all’attività magnetica stellare possono introdurre nei dati segnali dell’ordine di pochi m/s che possono essere confusi con quelli di natura dinamica dovuti alla presenza di un pianeta di piccola massa.
Gli stessi segnali dovuti all’attività della stella possono impedire la rivelazione di un segnale planetario anche nel caso in cui il pianeta esista in quanto rivelato con un altri metodi, in particolare quello del transito fotometrico, non permettendo una misura precisa della massa o rendendola poco significativa.
L’attività stellare è quindi un fattore decisivo da tenere in conto quando si programmano osservazioni spettroscopiche di stelle finalizzate alla rivelazione di segnali planetari.

In questo contesto, Mario Damasso e collaboratori hanno condotto uno studio statistico basato su un grande numero di simulazioni con lo scopo di quantificare l’abilità nel rivelare segnali planetari di piccola ampiezza (1 m/s) iniettati in serie temporali di velocità radiali.
In particolare, gli autori hanno valutato con quale significatività i piccoli segnali planetari sono rivelati in presenza di rumore correlato quasi-periodico dovuto all’attività stellare, determinando quali sono in media le performance che ci si può aspettare.

Le simulazioni sono costruite tenendo conto delle performance dei principali spettrografi ad alta risoluzione utilizzati per rivelare e caratterizzare pianeti extrasolari, come HARPS, HARPS-N e HIRES, e prendono in esame stelle con diversi livelli di attività magnetica e diverse proprietà dei segnali correlati.
Potete trovare l’articolo Biases in retrieving planetary signals in the presence of quasi-periodic stellar activity qui:

https://ui.adsabs.harvard.edu/abs/2019MNRAS.489.2555D/abstract