Un grande divulgatore e fondatore, insieme a Margherita Hack, della rivista l’Astronomia, un giornale che “ha fatto scoccare la scintilla” in molti degli attuali astronomi e ricercatori professionisti, ma non solo. L’Astronomia univa infatti la Scienza con la cultura umanistica. Su questa rivista hanno scritto, fra gli altri, Alberto Moravia, Primo Levi e Giuseppe Prezzolini. Qui riportiamo una testimonianza di Mario Di Martino.
La mattina dello scorso 17 aprile il Covid-19 si è portato via Corrado Lamberti, un bravissimo insegnante, un eccellente divulgatore, una persona per bene. Si era laureato in Fisica nel 1972 all’Università degli Studi di Milano nel gruppo di Giuseppe “Beppo” Occhialini con una tesi di fisica cosmica e, dopo un breve periodo di ricerca, si dedicò all’insegnamento, iniziando nel contempo l’attività che avrebbe contrassegnato la sua intera vita, la divulgazione scientifica di alto livello. Nel 1979, insieme a Margherita Hack, della quale era grande amico, fondò, diventandone il direttore, la rivista l’Astronomia, un giornale che “ha fatto scoccare la scintilla” di questa scienza in molti degli attuali astronomi e ricercatori professionisti, e non solo.
Ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere Corrado verso la fine degli anni ’80, quando cominciai a collaborare con l’Astronomia. Ricordo ancora quando, poco tempo dopo il termine della bella avventura di questa rivista, mi telefonò e mi anticipò il nome del nuovo mensile di divulgazione astronomica, sempre da lui diretto, che stava vedendo la luce, Le Stelle.
Corrado Lamberti era anche un ambientalista convinto e, grazie alle sue tenaci lotte, impedì la cementificazione di un angolo meraviglioso della riva occidentale del lago di Como.
Voglio infine ricordare la sua passione politica che, da convinto antifascista, lo ha portato ad una instancabile attività per mantenere vivi i valori della guerra di Liberazione.
E’ una grande perdita che lascia un profondo vuoto nella comunità astronomica italiana e, in particolare, in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Leggi il ricordo di Alberto Covino su Media Inaf