Attilio Ferrari (1941-2022)Con grande amarezza il Personale dell’Osservatorio Astrofisico di Torino ha appreso della scomparsa del Prof. Attilio Ferrari l’8 ottobre scorso.
Condividiamo il cordoglio della famiglia, degli amici, dei colleghi e di tutti coloro che hanno condiviso con lui tratti piu’ o meno lunghi della propria vita.

Attilio ha guidato il nostro Osservatorio per quindici anni (1986-2001) traghettandolo con successo nell’Inaf e promuovendo le linee di ricerca che sono cresciute e tuttora proseguono in osservatorio con riconoscimenti nazionali e internazionali nei rispettivi campi di ricerca.
Lo ricorderemo per la sua lungimiranza, ampia visione e la sua tenacia, qualita’ che hanno contraddistinto Attilio nella sua instancabile e pluridecennale attivita’ non solo di scienziato e docente ma anche di divulgatore, come dimostrato dalla realizzazione del nostro Planetario.

Ciao Attilio!

Direttore e Personale tutto dell’Osservatorio 

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Ricordando Attilio

Abbiamo appreso della morte di Attilio lontani da Torino, sapevamo del peggioramento delle sue condizioni di salute ma la notizia ci ha lasciati sgomenti.

Fatichiamo a separare i ricordi personali da quelli della nostra vita da scienziati. Di Attilio siamo stati studenti, tesisti, stretti collaboratori e amici per moltissimi anni, più di quaranta.  La sua profonda cultura, non solo scientifica, la sua lungimiranza e la sua incrollabile determinazione ci hanno spesso guidati nelle nostre scelte lavorative.

Attilio è stato direttore dell’Osservatorio in un momento di grande sviluppo dell’astronomia italiana e, in particolare del nostro Osservatorio, ha guidato questo sviluppo dando nuovo impulso ad attività già presenti ed aprendone di nuove. Per quanto ci riguarda più direttamente, è riuscito a dare un posto all’astrofisica teorica e nella fattispecie all’astrofisica dei plasmi, dapprima in Osservatorio e poi in INAF. L’astrofisica dei plasmi in Italia ha avuto in lui uno dei più importanti animatori. La nostra attuale attività di ricerca risente di molte sue intuizioni: lo sviluppo ed utilizzo di codici numerici per lo studio dei plasmi astrofisici è stato da lui fortemente voluto sin dagli anni ’90 e si è dimostrato un approccio vincente che ci ha permesso di intraprendere nuove collaborazioni e di avvicinarci sempre più al confronto con i dati osservativi.  La sua attività è sempre stata inserita in un’ampia rete di collaborazioni internazionali che ci è stata di grande aiuto all’inizio della nostra carriera scientifica.

La perdita di Attilio ci lascia un grande vuoto, che ci auguriamo sapremo colmare di ricordi e dei suoi insegnamenti.

We learned about the passing of Attilio while we were far from Torino, we knew that his health conditions were worsening, but the news was anyway shocking.

It is difficult to separate our personal memories from those of our lives as scientists. We have been Attilio’s students, close collaborators and friends for many years, more than forty. His profound culture, not only scientific, his foresight, his firm determination often guided us in our work choices.

Attilio has been director of the Observatory in a period of great expansion of the italian astronomy and, in particular, of our Observatory, he has guided this expansion giving new impulse to lines of research already presents and opening new ones. From our point of view, he succeeded in giving an important place to theoretical astrophysics and, in particular, to plasma astrophysics first in the Observatory and then in INAF. He was one of the main  animators of the italian plasma astrophysics community. Our present research activity is largely indebted to many of his intuitions: since the 90’s he strongly pushed us towards the numerical approach to the study of astrophysical plasmas, this approach has been successful and allowed us to open new collaborations and to be more close to a comparison with observational data. His activity has always been inserted in a wide network of international collaborations that was helpful at the beginning of our scientific careers.

Attilio’s loss leaves a great void inside us that we will try to fill with his memories and his teachings.

Ciao Attilio

Paola Rossi e Gianluigi Bodo

Osservatorio Astrofisico di Torino


 

I am extremely shocked and deeply sorry to hear the very sad news about the passing of our distinguished colleague and beloved friend Attilio Ferrari.

Attilio was an exemplary and warm human being, a great scientist, who had a large impact on our field of plasma astrophysics, AGN jets, etc, in Italy and internationally. Always friendly, frequently joking, cooperative, attentive and positive: a wonderful person altogether.

We had a good time at the CfA in Cambridge, Mass. (USA) discussing science – we have co-authored several papers together –  around 14 articles since 1984 and a proceedings book – but also and most important  I have great memories from socializing often some evenings and weekends around Cambridge, (USA).

My deepest condolences to all of you at the Osservatorio and the University of Torino and in particular to his family.

Kanaris Tsinganos
Professor of Physics
National and Kapodistrian University of Athens (Greece)


 

Some thoughts about my friend and colleague Attilio Ferrari

Robert Rosner (Univ. of Chicago)

 I first met Attilio in the early 1980s, after having been introduced to him by my postdoc advisor Pippo Vaiana.  I’m a little vague about the exact location of that introduction, but I seem to recall that it was in Arcetri, when Pippo and I were visiting Roberto Pallavicini, with whom we were working on the stellar observations from the Einstein Observatory.  I can of course only speak for myself, but I immediately “clicked” with Attilio: he was a theorist like me, interested in plasma physics and fluid dynamics, and in applications to astrophysics.  At the time, he was building up a strong plasma astrophysics group in Torino, working mostly on astrophysical jets, and was full of ideas for new projects … I think Pippo’s interest was in convincing Attilio to work on stellar magnetic activity and coronae – but it turned out that Attilio instead convinced me to work on outflows and jets.  And that was the beginning of a decades-long collaboration, which I enjoyed enormously and from which I also benefited enormously, as well as getting to know well (and working with!) Attilio’s astrophysics colleagues at that time – Gianluigi Bodo, Silvano Massaglia and Edo Trussoni … and, somewhat later, Paola Rossi and my eventual doctoral student at UChicago, Andrea Mignone.  Starting from the small group built up within the Physics Department of the University of Torino, Attilio succeeded in then establishing a strong plasma astrophysics effort up at the Osservatorio di Torino, and really succeeded in establishing Torino as a key player internationally in plasma astrophysics.

To put it most succinctly: Attilio was an excellent scientist, with a sophisticated “taste” in interesting problems; he was also simply a most wonderful human being, gentle and full of humor and wit; and a terrific friend.  He came many times to visit us both in Cambridge (at Harvard) and then, after 1987, at the University of Chicago (staying at our house, and – as my wife Marsha pointed out to me – becoming part of the Rosner family).  So it came as quite a blow to us – all of the Rosner clan – to learn of Attilio’s passing.  We will miss him hugely.

                                   Bob Rosner, Marsha Rosner, Daniela Rosner, and Nicole Rosner


 

Purtroppo sapevo che lo stato di salute di Attilio si era aggravato negli ultimi tempi, quindi la notizia della sua scomparsa non è stata totalmente inattesa, ma quando l’ho saputo è stato un vero shock.  Sarà difficile essere consapevole che dopo più di mezzo secolo di collaborazione e, soprattutto, di amicizia Attilio non sia più tra di noi. Mi sembra impossibile non immaginarlo nel suo studio al Planetario, all’Osservatorio o all’Istituto di Fisica, e di dover parlare di lui al passato.

Non si possono ricordare in breve in quali campi dell’astrofisica operò e portò contributi di eccellenza: evoluzione stellare, processi ad  alta energia, modelli di pulsar e nuclei galattici attivi, proprietà dei plasmi in diverse condizioni astrofisiche. Attilio non è stato solo uno scienziato di altissimo livello, ma anche un vero leader e manager della scienza: aveva una visione lungimirante  su quali settori conveniva indirizzare e concentrare  risorse finanziarie e umane.  Penso che uno dei più importanti lasciti di Attiilo sia di aver previsto le potenzialità dello studio dei plasmi astrofisici mediante l’utilizzo di codici numerici avanzati. A questo scopo ha costituito presso l’Osservatorio e l’Istituto di Fisica  un gruppo di ricercatori  leader a livello internazionale in tale settore, che collabora con importanti istituzioni estere.  A conferma delle eccellenti capacità manageriali di Attilio, non dobbiamo dimenticare che,  durante sua direzione (15 anni), il personale di ricerca dell’Osservatorio è aumentato di quasi quattro volte, aprendo  diversi nuovi filoni di ricerca.  Bisogna sottolineare come Attilio si sia sempre dedicato con estremo impegno allo sviluppo di tali nuove ricerche, anche se lontane dai suoi  interessi scientifici personali.

Attilio considerava l’attività didattica tanto importante quanto quella di ricerca. Nella sua lunga carriera didattica ha tenuto corsi di fisica generale,  astrofisica generale, radioastronomia, onde elettromagnetiche, astrofisica dei plasmi. Innumerevoli le tesi di laurea e di dottorato che egli seguì (io fui uno dei suoi primi laureandi nel 1967, lavorando su una tesi di evoluzione stellare). Va sottolineato che alcuni studenti dall’estero vennero a svolgere il dottorato presso il gruppo di astrofisica del plasmi di Torino da lui creato. Molti dei suoi studenti proseguirono la loro attività o in Osservatorio, contribuendo alla sua crescita, o in altri Istituti italiani ed esteri. Fin dalla mia tesi ho notato come l’atteggiamento di Attilio verso gli studenti sia stato sempre  assolutamente informale, mettendoli sempre a proprio agio annullando ogni differenza ‘accademica’

Altrettanto importante per Attilio era la divulgazione: per lui era essenziale diffondere il più possibile la conoscenza scientifica, e riteneva quasi ‘etico’ che uno scienziato dovesse rendere partecipi i non addetti ai lavori della sua attività. Ricordiamo le sue numerose conferenze, l’organizzazione di corsi di astronomia per studenti delle scuole, la costituzione dell’ADA (Associazione per la Divulgazione dell’Astrofisica). Ma l’eredità più  importante di Attilio è il Planetario, della cui realizzazione si può considerare essere stato stato la mente, l’anima e ll cuore.

Mi è praticamente impossibile ricostruire tutti i ricordi di questi 55 anni. Mi viene in mente, ad esempio, quando negli anni  ’70  spesso mi invitava la sera a casa sua, e dopo cena, in base ai bicchieri di vino consumati, o lavoravamo sulle magnetosfere delle pulsar oppure giocavamo a carte con Gabriella. MI è altresì piacevole ricordare quando agli inizi degli anni ’80, insieme ai nostri colleghi, avevamo scoperto nuove proprietà sulla stabilità dei getti astrofisici, allora un filone di punta della ricerca astrofisica. MI ricordo anche i numerosi incontri e discussioni durante la costruzione del Planetario nei primi anni 2000.

Vorrei mettere infine in evidenza che, del suo carattere, mi ha sempre colpito tra le altre cose il suo ‘sense of humor’ che era presente in qualunque circostanza, dalle riunioni più serie a piacevoli incontri leggeri e conviviali.

Ciao Attilio, è probabile che tu adesso sappia come veramente è fatto l’Universo ! Buon Viaggio !

Edoardo Trussoni


 

Attilio Ferrari festa Osservatorio

Un momento conviviale all’Osservatorio Astrofisico con Attilio Ferrari, all’epoca direttore OATo, insieme al personale.