E’ possibile determinare la massa dei buchi neri al centro delle galassie più vicine risolvendo in dettaglio i moti delle stelle e del gas in rotazione attorno alla massa centrale (esattamente come possiamo stimare la massa del Sole osservando il moto dei pianeti). Per gli oggetti più distanti ci dobbiamo affidare a delle relazioni di scala calibrate sui risultati ottenuti con una misura diretta, osservando che gli spettri nei buchi neri più massivi presentano righe di emissione più larghe. In questo modo possiamo stimare la massa dei buchi neri in galassie distanti semplicemente misurando la larghezza delle righe spettrali.

Questo metodo però presenta varie incertezze. In particolare il gas, nel caso più semplice, si distribuisce in un disco in rotazione: la larghezza delle righe che osserviamo dipende dall’angolo di inclinazione con cui osserviamo il disco.

Un nuovo studio guidato da Alessandro Capetti (INAF-OATo) ha dimostrato come, con osservazioni polarimetriche al Very Large Telescope (VLT), è possibile derivare l’angolo di inclinazione del disco e tenerne conto per la stima della massa del buco nero. Senza questa correzione, il valore della massa può  essere sottostimate anche di un fattore 5.

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Orbita delle stelle molto vicine a Sagittario A, il buco nero al centro della Via Lattea

Questa simulazione mostra l’orbita delle stelle molto vicine a Sagittario A, il buco nero al centro della Via Lattea. Una di queste stelle, S2, ha un periodo di rotazione di 16 anni. Crediti:ESO / L. Calçada